Vizi e vezzi reali: dalla tavola matematica alla forchetta a quattro punte…stranezze dell’altro…regno! -San Tammaro
Essere nobili, si sa, non è facile in quanto ciò richiede tutta una serie di obblighi da assolvere, impegni da mantenere, protocolli da rispettare, etichette da osservare; peggio ancora se, oltre a nascere di sangue blu, si è destinati a diventare re o regine! Lotte dinastiche, conquiste territoriali, popoli da sfamare o affamare a seconda del caso, leggi da emanare, eredi al trono da mettere al mondo, amori da nascondere, il tutto a suon di valzer, tra pizzi e merletti e scintillio di diademi che hanno sempre animato stanze e corridoi di tutte le sfarzose regge e, naturalmente, caratterizzato ogni regno che si rispetti. Ma, come si sa, “regno che vai stranezze che trovi”, perché sì, diciamocela tutta, questi reali non erano mica tutti “reggia e lavoro”, anzi, oltre agli agi, sfarzi e lussi a loro spettanti come per natural diritto, non erano di certo esenti da capricci, stranezze, vizi e vezzi che corte e servitù avevano l’arduo compito di soddisfare. Nella lista delle “top real stranezze” un , è il caso di dire, "trono d’onore" spetta sicuramente alla dinastia dei Borbone.
Il giardino inglese
Questi ultimi, ancora oggi ricordati per la loro politica illuminata che fece di Napoli il regno dei primati, erano, tuttavia, molto sensibili alle mode del momento di cui subivano l'estremo fascino; a partire dalla moglie del re Ferdinando IV, Maria Carolina d’Austria, la quale, influenzata dalla moda del giardino inglese della Reggia di Versailles, ne pretese uno anche lei nella Reggia di Caserta che fosse in grado di reggere il confronto con quello in Francia, dunque, oltre che capricciosa anche competitiva Maria Carolina! Quel che resta della tavola matematica
Ma è a tavola, nel senso letterale della parola, che si sfrenava la fantasia e si aguzzava l’ingegno dei reali di cui segno è la cosiddetta “tavola matematica”. Quest’ultima fu protagonista delle sale da banchetto di molte residenze, nello specifico tenute di caccia, che caratterizzarono il regno borbonico, tra cui il Real Sito di Carditello a San Tammaro e a Palermo nel Parco Reale della Favorita. Ma cos’era esattamente la tavola matematica? Per capire la sua funzione bisogna, innanzitutto, chiarire che a quei tempi la cucina era separata dall’edificio residenziale onde evitare sia una mescolanza di odori e profumi, quelli della cucina con quelli delicati della pelle dei reali, che di classi, cuochi e sguatteri non potevano mescolarsi con re, regine, dame e blasonati. Dunque, ad assicurare ciò vi era una tavola rotonda con appositi fori in corrispondenza delle pietanze, le quali venivano fatte salire dalla cucina al piano superiore attraverso un ardito meccanismo di funi e carrucole, per cui bastava che reali e convitati tirassero la fune a cui erano legati nastri colorati in corrispondenza di una pietanza e bevanda per vedersela recapitare direttamente ai piani alti. Una sorta, dunque, di “teatro delle marionette” sui generis, laddove invece di queste ultime vi erano le succulente pietanze richieste da nobili e reali. La storia della forchetta a 4 punte
Quest’ultimi, sempre a tavola, pare che fossero un po’ pasticcioni, in particolare sempre lui, Ferdinando IV, pare che avesse difficoltà ad avvolgere i fili di pasta nella forchetta a tre punte, per cui il suo ciambellano si risolse ad aggiungerne un’altra per la gioia sia di Ferdinando che della moglie, la quale di certo non poteva tollerare di avere, oltre ad un re nasone, anche un re pasticcione….!