E dindirindì e dindirindà: l’avvocato e il contadino
Tanti e tanti anni fa, in un piccolo e agreste paesino dell’entroterra casertano, viveva un umile e modesto contadino che si guadagnava il tozzo di pane per sé e la sua famiglia coltivando un piccolo appezzamento di terreno. Un giorno il contadino ebbe bisogno di un asino da legare all’aratro per arare il suo campo e, per tale motivo, si recò da un fattore per comprare l’asino di cui aveva bisogno. Il fattore gli mostrò l’animale e gli comunicò il costo, ma il povero contadino non avendo quei soldi per pagarlo, l’implorò di dargli l’asino con la promessa di saldare il conto entro pochi giorni. Il fattore, fidandosi dell’uomo, così fece e gli diede l’asino. Trascorsero alcuni giorni e del contadino nemmeno l’ombra, fin quando il fattore, avendo appreso della sua abitazione attraverso voci di compaesani, bussò alla sua porta chiedendo il denaro che gli spettava. Il contadino, che quei soldi non li aveva, riuscì nuovamente a convincerlo che l’avrebbe pagato, questa volta entro due giorni. Rimasto solo il contadino disse tra sé e sé:<<Ho due giorni di tempo per cercare una soluzione efficace al problema e, in tal caso, chi meglio di un avvocato potrà aiutarmi?>>. Così fece e la mattina seguente si recò dall’avvocato esponendogli il problema. L’avvocato, dopo aver consultato qualche vecchio faldone e qualche carta impolverata, disse:<<Se non hai il danaro per pagare il fattore, fingiti pazzo e quando si ripresenterà da te, tu rispondi “dindirindì e dindirindà”!; capendo che sei diventato matto rinuncerà al suo danaro!>>. Quando il fattore, come d’accordo, dopo due giorni si recò a casa sua, il contadino aprì la porta e alla sua ennesima richiesta, lui esclamò:<<E dindirindì e dindirindà!>>. Il fattore, rassegnatosi all’idea di non poter pretendere i soldi da un pazzo, se ne andò per non tornare più>>. Il giorno seguente, soddisfatto per aver risolto il problema, si recò dall’avvocato per comunicarglielo ma, quando costui gli presentò la sua parcella, il contadino rispose:<<E dindirndì e dindirindà!>>.
Morale del racconto: Chi la fa, l’aspetti!